Che fine farà la PEC?

Che fine farà la PEC? A partire dal 1 luglio 2016 è entrato in vigore Regolamento eIDAS– electronic IDentification Authentication and Signature, le nuove norme europee per armonizzare la gestione delle procedure di firma e verifica delle identità digitali con l’obiettivo di rafforzare la fiducia negli ambienti online e nelle transazioni elettroniche.

leggi DECRETO LEGISLATIVO 26 agosto 2016, n. 179

Questo nuovo Regolamento Europeo va a sostituire la precedente Direttiva (1999/93/CE) sulle firme elettroniche, introducendo importanti novità a livello giuridico e nuovi servizi che riguarderanno sia le imprese che gli studi professionali. In particolare eIDAS andrà a modificare l’attuale Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) in tema di firme elettroniche.

Come sempre, vi sono delle differenze tra le due normative che dovranno essere “chiarite” per poter metterle in pratica nella vita quotidiana sia da parte del cittadino, sia della Pubblica Amministrazione.

Andiamo ad esaminare alcuni dei temi trattati e non ne facciamo una disamina completa poiché vogliamo concentrarci sui punti più vicini al nostro mondo lavorativo ed interesse professionale.

Si riconosce ai cittadini la possibilità di indicare al Comune di residenza un domicilio digitale come canale esclusivo di comunicazione con l’amministrazione.

Nell’articolo 1 il domicilio digitale è l’indirizzo di posta elettronica certificata o altro servizio di recapito certificato qualificato secondo le norme eIDAS, che consente la prova al momento della ricezione.

Questa specifica di “altro servizio di recapito certificato qualificato” significa un servizio fiduciario che ha diverse caratteristiche rispetto alla PEC che conosciamo

La Posta Elettronica Certificata soddisfa i requisiti previsti dal Regolamento eIDAS per il servizio elettronico di recapito certificato, ma non soddisfa appieno i requisiti previsti per il servizio elettronico di recapito certificato qualificato.

In particolare, attualmente non è prevista la verifica certa dell’identità del richiedente la casella di PEC e non è previsto che il gestore debba obbligatoriamente sottoporsi a delle verifiche di conformità da parte degli organismi designati. (Leggi)

Insomma la PEC di fatto è un servizio fiduciario non qualificato, quindi deve essere adeguata.

Come sappiamo la PEC non è obbligatoria per i cittadini, a differenza di imprese e professionisti, ma un domicilio digitale sarà comunque messo a disposizione sull’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), secondo le modalità individuate con decreto ministeriale.

Se ieri ci era consentito presentare alla PA un’istanza via PEC, da oggi “è ammesso anche l’utilizzo di altro servizio elettronico di recapito certificato”, quindi può essere un servizio di messaggistica istantanea realizzato come servizio fiduciario, come un WhatsApp, purché rispetti i requisiti del Regolamento?

Altra grande differenza tra l’attuale Codice dell’Amministrazione Digitale e il Regolamento eIDAS è che in quest’ultimo sono disciplinate solamente tre delle tipologie di firma elettronica individuate dal CAD (firma elettronica, avanzata e qualificata) insieme a tre sigilli elettronici. La firma digitale resta dunque una peculiarità della normativa italiana!

Certo se in Svizzera vengono accettati dalla burocrazia comunicazioni via email (od altri canali come instant messaging) o documenti/certificati inviati via scanner, ci domandiamo come, in mondo globale, possano sopravvive ancora le soluzioni tecnologiche normate a livello locale!

Non tutti gli NPL sono uguali!

Non tutti gli NPL sono uguali!

Così l’ad di Prelios Credit Servicing ha affermato durante il suo intervento al convegno di Banca Ifis.
“Il prezzo dipende dal sottostante: se non conosci il sottostante, non sai se puoi venderlo bene. E l’agenzia di rating dove non ha informazioni taglia

Anche nel mondo secured abbiamo fatto trade dal 5% all’85% del prezzo”

E’ da queste affermazioni che vogliamo fare delle riflessioni insieme!

A differenza di quello che si pensa, gli NPL Secured, garantiti da garanzia reale, sono un investimento molto sicuro, poiché il credito è garantito da un valore vero e tangibile: l’immobile!

Negli ultimi mesi i players di settore mostrano sempre più interesse per i crediti Secured che in questi anni non sono stati praticamente ceduti, la maggior parte dei crediti deteriorati che si vendono nel mercato sono rappresentati da crediti al consumo.

Dalle analisi di Banca d’Italia nel nostro paese l’incidenza media dei crediti assistiti da garanzia reale o personale sul totale delle esposizioni deteriorate è del 67% e se si considerano i soli mutui residenziali erogati alle famiglie, l’importo assistito da garanzie di tipo reale è ben del 94% . (Fonte Banca d’Italia: Quanto valgono i crediti deteriorati)

Purtroppo il motivo principale per il quale Npl Secured non sono stati ceduti è la difficoltà a fare due diligence per la mancanza di dati sulle garanzie. Le banche ad oggi non effettua una gestione corretta degli immobili a garanzia, occorre una migliore qualità della documentazione per una segmentazione del portafogli.
Ed ecco che occorre sostenere le banche nella riorganizzazione dei loro portafogli di Npl prima che questi vengano proposti per la vendita, tutto questo permetterà, non solo di ridurre il gap tra “prezzo di acquisto” e “prezzo di vendita” ma consentirà anche di facilitare la ripresa del mercato immobiliare.

Ormai ogni giorno leggiamo nuovi annunci di banche che preparano la cessione di nuovi pacchetti di crediti deteriorati spinte dalla necessità di cedere le sofferenze per pulire i bilanci e non rischiare il collasso. La lista si allunga sempre più, pure il mondo del credito cooperativo inizia le operazioni di cessione.

Così si stanno facendo strada nuove professioni come gli asset manager dei crediti deteriorati, i quali attraverso l’analisi delle posizioni in gestione scelgono le strategie di recupero e quindi la valorizzazione dei crediti affidati da banche e investitori.

Inoltre stanno partendo nuove gare di appalto di banche pronte a cedere gli NPL tramite le garanzie statali, le Gacs (lo Stato garantisce una o più tranches di senior bond della cartolarizzazione con un rating a livello d’investimento, ricevendo in cambio il pagamento di una commissione periodica versata al Tesoro e calcolata come percentuale sull’ammontare garantito). Dovranno quindi  essere scelti i servicer che si occuperanno della gestione delle sofferenze future, elemento fondamentale nella struttura dell’operazione poiché le agenzie di rating assegnano un voto in base alla valutazione delle curve di recupero dei crediti.
Ed ecco che la collaborazione e le partnership con gli Info provider e le società di Informazioni Commerciali si rende fondamentale per condividere competenze, esperienza e nuovi strumenti informativi con i quali poter profilare il debitore con i suoi assets reddituali e patrimoniali.

Nuovi strumenti per le indagini patrimoniali

Abbiamo creato nuovi servizi immobiliari e un nuovo strumento per le tue indagini patrimoniali che pesa e quantifica l’intero patrimonio del soggetto di interesse creando un Bilancio Catastale.

Il bilancio catastale si compone di uno schema illustrativo e riassuntivo degli:

  • immobili di proprietà e il loro valore di compravendita calcolato in base alle valutazioni della Banca Dati OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare)
  • terreni di proprietà e il loro valore determinato con i valori i VAM (Valori Agricoli Medi) messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.

Il report si completa con la suddivisione dei beni per Comune e con il dettaglio puntuale per ciascun immobile e terreno.

 

Catasto_schema_tot

Ma le novità non si fermano qua!

Finalmente l’estratto di mappa prende vita e non ti accontentare più di offrire ai tuoi clienti semplici mappe digitali via email!

Abbiamo realizzato un nuovo servizio che permette di identificare su mappa di Google la posizione di un terreno e di verificare la sua attuale qualità. Il servizio si basa sull’estratto di mappa ed offre una indagine visiva per conoscere oltre ai suoi confini anche il territorio circostante (es. strade di accesso allo stesso, qualità dei terreni limitrofi,…). Grazie a questa indagine visiva sarà possibile verificare anche l’effettiva coltura rispetto a quella indicata nella visura catastale.

estratto_mappa

 

Se vuoi ricevere un esempio gratuitamente del Bilancio Catastale e valutare l’integrazione con i tuoi servizi di business information e recupero crediti…scrivici!

Recupero crediti, si può comprare NPL ma attenzione

Recupero crediti, si può comprare NPL ma attenzione a stare dentro ad alcuni binari per non incorrere nel pericolo più grande: l’esercizio abusivo dell’attività finanziaria!

Il 23 giugno a Roma all’evento StopSecret, ci siamo confrontati su questo tema per capire come le società di recupero possono acquistare i crediti in sofferenza, quali sono le eccezioni e dove sono le criticità del mercato dei Non Performing Loans che in Italia stenta a partire.

Innanzi tutto, con il DM 53 del 2015 del MEF si è introdotta una nuova definizione di “attività di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma” e vi è ben specificato come l’acquisto a titolo oneroso di crediti è un attività finanziaria. Vi è però una ECCEZIONE, non è attività finanziaria l’acquisto a titolo definitivo da parte di società titolari della licenza (nota bene: non soggetti) per l’attività di recupero stragiudiziale di crediti ai sensi dell’articolo 115 del Testo Unico delle leggi.

Tutto questo però devo soddisfare tre fondamentali condizioni, come illustrato dettagliatamente dall’avv. Marco Recchi:

  1. i crediti sono acquistati a fini di recupero e sono ceduti da banche o intermediari finanziari..classificati in sofferenza (no incagli)
  2. l’importo dei crediti acquistati non deve superare l’ammontare complessivo del patrimonio netto interamente versato (vedi Nota Unirec del 4/08/2015)
  3. il recupero dei crediti acquistati avviene senza la stipula di nuovi contratti di finanziamento con i debitori ceduti…senza la modifica delle condizioni contrattuali

Ed ecco qui una grande differenza tra acquirenti con licenza ex art.106 TUB e quelli con licenza ex art.115 TULPS!

Quindi cosa cambia per un debitore se viene “acquistato” da una nuova 106 o da una 115?

Le nuove 106 sono conferenti nella centrale rischi, ossia se acquistano crediti devono continuare a segnalare i soggetti che hanno un debito verso il sistema creditizio e finanziario, mentre le 115 non lo sono. Il debitore quindi nel primo caso continua ad essere visibile ossia se si presenta ad una banca per accedere al credito queste informazioni saranno disponibili mentre nell’altro caso no. Quindi per i consumatori é molto diverso trovarsi nella prima o seconda situazione, la cosa strana è che le associazioni dei consumatori ad oggi non hanno ancora detto niente….attendiamo novità e aggiornamenti!

Altro punto cruciale previsto nel D.Lgs. 141, le nuove 106 si possono avvalere degli agenti in attività finanziaria per consulenza, e ristrutturazione debiti e gestione dei crediti. Quindi possono negoziare nuovi contratti e sostituire l’obbligazione precedente mentre l’attività che può svolgere una 115 deve rimanere nel perimetro del recupero crediti, può solo giungere a saldo straccio, rateizzazione ma mai a a nuova obbligazione (vedi condizione n.3)

Per vedere come si evolverà il mercato occorre aspettare gli esiti delle richieste fatte dalle società per diventare 106 (domande chiuse a febbraio) che tra settembre e dicembre riceveranno le risposte definitive.

Infine dall’avv. Marco Recchi sono state fornite delle soluzioni operative per le società 115:
Recchi

E mentre il mercato degli NPL non decolla vi invitiamo a fare delle riflessioni sulle principali motivazioni di questo come evidenziato nell’articolo di Riccardo Tedeschi, senior specialist di Prometeia e professore a contratto presso l’Università di Bologna, che ricapitola in maniera chiara ed esaustiva i nodi principali che sono alla base del cosiddetto spread bid/ask – la distanza tra il prezzo al quale gli operatori finanziari sarebbero disposti a vendere le sofferenze ed il prezzo al quale gli investitori sarebbero disposti a pagarle – articolo completo.

Ecco che ritorna il punto chiave: la mancanza di un adeguato set di informazioni per favorire la trasparenza sul sottostante oggetto di compravendita e sui tempi di recupero.

Punto cruciale sul quale lavorare!

Occorre aumentare il valore dei crediti con due diligence più veloci e curate. Vedi 

L’accesso agli atti pubblici è gratis

L’accesso agli atti pubblici è gratis, con l’approvazione di FOIA Freedom of Information Act stiamo vivendo una rivoluzione. Finalmente l’Italia si è allineata agli altri paesi, europei e non solo, ad oggi sono ben 80 dove non si parla più solo di “trasparenza amministrativa” ma di libertà di informazione!

In pratica il cittadino può accedere liberamente e gratuitamente agli atti amministrativi senza dover specificare la motivazione e la richiesta potrà essere respinta solo se viola il segreto di stato, la sicurezza nazionale o privacy dei dati personali etc…

Prima di FOIA la normativa riconosceva il diritto di accesso solo a coloro che “potessero vantare un interesse personale, diretto, concreto e giuridicamente rilevante alla conoscenza di un determinato atto”. Una normativa restrittiva, applicata dalle nostre amministrazioni in modo ancor più riduttivo: oltre il 70% delle richieste hanno avuto esito negativo.

Un Paese per essere davvero trasparente ha bisogno di due tipi di trasparenza amministrativa.

Da un lato la “trasparenza proattiva”, ovvero il diritto di trovare sui siti web delle amministrazioni dati e informazioni sul perseguimento delle finalità istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

Dall’altro la “trasparenza reattiva”, ovvero il diritto di poter richiedere tutti i dati e documenti che non sono oggetto di pubblicazione obbligatoria sui siti delle amministrazioni.

Cit. Avvocato Ernesto Bellisario, esperto innovazione e promotore dell’iniziativa www.foia4italy.it

Poter accedere, quindi, agli atti della PA non è interessante solo per un controllo ma si rivelerà di sicuro interesse per le imprese che potranno trarne vantaggi e creare valore, ad esempio realizzare un’applicazione utilizzando i dati relativi alle ispezioni sanitarie nei ristoranti e quindi far conoscere eventuali violazioni delle norme igenico-sanitarie.
Questo è uno degli esempi, ma libero spazio all’imprenditorialità italiana e alla creatività!

Occorre ora passare alla pratica, il decreto è entrato in vigore il 23 giugno u.s. ma il nuovo diritto di accesso potrà essere esercitato a a partire dal 23 Dicembre 2016, tempo necessario per l’approvazione delle linee guida operative e tempo occorrente alla Pubblica Amministrazione per adeguarsi.

 

 

Supermercato dei Crediti, il 23 giugno vi aspettiamo!

Supermercato dei Crediti, il 23 giugno Vi aspettiamo!

StopSecret ci offre l’opportunità il 23 giugno di incontrarci e confrontarci sulle numerose novità di mercato, normative che cambiano che vedono protagonisti gli operatori del settore Recupero Crediti e Informazioni Commerciali.
Discuteremo sulle strategie vincenti per la valutazione, l’acquisto e la gestione dei crediti deteriorati.
“Fare la spesa” nel Supermercato del credito in Italia è un’operazione complessa e difficile, sopratutto per le leggi che cambiano e per le novità che arrivano dall’Europa.
Analizziamo i numeri!
Sono 200 mld le sofferenze bancarie che attendono in Italia un compratore e i portafogli di crediti deteriorati in Italia a febbraio 2016, sono costituite per il 44% da famiglie e quindi da privati.
È questo è il vero il punto critico del mondo bancario e finanziario, poiché forse preoccupati della Privacy “investono” poco nella profilazione e gestione dei crediti delle persone fisiche arrivando così a questi risultati:
portafoglio_crediti
Ed ecco che gli Info Provider e le società di Informazioni Commerciali sono fondamentali nella filiera del credito per profilare i debitore e conoscere gli assets reddituali, patrimoniali.
Di questo e molto gli esperti tratteranno nell’evento di StopSecret!

Il Fisco e Facebook per un nuovo accertamento 2.0

Il Fisco e Facebook per un nuovo accertamento 2.0, questo sembra emergere dalla nuova circolare in materia di accertamento fiscale, nella quale vengono fornite indicazioni su come anche le fonti aperte entreranno nel processo di accertamento fiscale.
Così anche il Fisco potrebbe, per la prima volta, porre l’attenzione su Facebook o altri social network come Twitter e Instagram nonché su altri canali di reperimento di informazioni come siti e giornali.
 
Anche nel 2016 sarà perseguito uno specifico impegno per far sì che le banche dati vengano tempestivamente arricchite nei loro contenuti con dati qualitativamente corretti, così da supportare in modo sempre più efficace l’attività di analisi del rischio e lo sviluppo e implementazione di nuovi percorsi di indagine e selezione.
Dal punto di vista operativo, alle notizie ritraibili dalle banche dati si aggiungono quelle che pervengono da altre fonti, ivi incluse fonti aperte, per cui lo scenario informativo è ampio e variegato
Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, invita i collaboratori a procedere con specifiche analisi di rischio perchè, nel contrasto all’evasione, si dovrà puntare a un miglioramento qualitativo.
Ma davvero l’utente di Facebook o altri social network dovrà stare attento quando scrive un post o pubblica una foto sul proprio profilo?
Questi strumenti potranno essere un valido appoggio per il contrasto all’evasione, ci auguriamo comunque, che non facciano incorrere l’Agenzia in errori anche grossolani…Noi sappiamo bene come le banche dati e le fonti diverse devono essere attentamente elaborate, normalizzate e investigate!

Sistema pubblico di Identità digitale per chi offre servizi online

Parliamo del Sistema pubblico di identità digitale per chi offre servizi online, conosciuto come SPID, perchè è un progetto che interessa da vicino anche gli info provider ed agenzie di informazioni commerciali che forniscono i servizi online ai cittadini e alle imprese.

Questo progetto ambizioso, partito il 15 marzo 2016, NON coinvolge SOLO le Pubbliche Amministrazioni ma anche le aziende private che vogliono “semplificare” la gestione delle procedure di autenticazione e degli accessi via web ai propri servizi attraverso un portale di ecommerce.
Anche queste realtà avranno un bacino di possibili clienti molto interessante, le stime dicono che ci saranno 3 milioni di cittadini dotati di SPID entro fine 2016 e 10 milioni entro il 2017!

Ambizioso? Futuristico?
NO e noi vogliamo essere della partita!

Il nostro maggior interesse è sul profilo di fornitori di servizi o Service Provider, ossia soggetti privati e le pubbliche amministrazioni che erogano servizi online, per la cui fruizione è richiesta l’identificazione e l’autenticazione degli utenti.

Quasi ogni giorno si legge di nuovi Enti che si “accreditano” su questo nuovo sistema come Equitalia, Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL, Regione Toscana, Emilia Romagna etc…Quello, comunque che maggiormente spingerà il grande pubblico verso lo SPID saranno i servizi erogati da soggetti privati che lo faranno usare per ogni acquisto giornaliero e quindi ne favoriranno la diffusione!

La portata innovativa dello SPID ci aiuterà a promuovere servizi online semplificando anche ai nostri clienti avendo un’unica identità digitale.

Tra due anni diventerà un identificativo indispensabile per stare al mondo e connessi!

SPID_PA

Come funziona?

Un utente si registra al servizio tramite un Identity Provider, ad oggi quelli accreditati sono Infocert, PosteItaliane, Telecom Italia Trust Technologies , che crea un’identità digitale e gli assegna le credenziali per il riconoscimento. L’utente può utilizzare la sua identità digitale per l’accesso ai servizi online offerti dai Service Provider, che sono collegati a tutti gli Identity Provider. 

Vi sono tre livelli di sicurezza che determinano le caratteristiche delle credenziali SPID previste.

SPID_3_livelli

Quindi a breve vi comunicheremo interessanti novità sulla piattaforma di e-commerce delle business information, la WorkArea @commerce evolverà verso un futuro interessante!

Se desiderate ricevere aggiornamenti sul tema, scriveteci!

Nasce Anncsu e la riforma del Catasto si muove!

Nasce Anncsu, archivio nazionale dei numeri civici delle strade urbane e la riforma del Catasto, quell’eterna incompiuta ritorna sotto i riflettori!

È pronto il decreto che detta le regole e le tappe per la realizzazione della nuova banca dati.

L’archivio nazionale dei numeri civici sarà in pratica di un “cervellone” informatico che mapperà tutto il territorio rendendo difficile la sopravvivenza degli immobili nascosti al fisco.

La nuova banca dati sarà un registro unico digitale, aggiornato in tempo reale con vie, piazze, vicoli, abitazioni, uffici, locali (con tanto di accessi interni, esterni, principali e secondari). 

I tempi dovrebbero essere brevi, la prima tappa prevista, dopo un mese dalla pubblicazione, prevede che l’Istat e l’Agenzia delle Entrate devono predisporre l’infrastruttura tecnologica dell’Anncsu e i Comuni dovranno popolare il nuovo archivio. A metà aprile è stata raggiunta l’intesa sul provvedimento in conferenza unificata con Regioni e Anc.

Questo restyling ci permetterà veramente di avere indirizzi affidabili e completi per una migliore interazione anche con le mappe digitali?

Siamo interessatissimi al tema e una risposta ci auguriamo di poterla dare a breve…ad oggi le numerose difficoltà e incongruenze le abbiamo gestite nei servizi di Real Estate Solutions con procedure di normalizzazione e deduplica. 

I nostri servizi sono a tua disposizione per:

  • indagini Immobiliari e Patrimoniali
  • valutazioni di asset in portafogli NPL
  • monitoraggi catastali

Ah..dimenticavamo! Li puoi inserire direttamente sul tuo portale web 😉

 

Anacredit tra aspettative e timori

Anacredit tra aspettative e timori, sarà la banca dati europea integrata delle segnalazioni che potrebbe mandare in pensione le vecchie centrali rischi delle banche centrali per una migliore politica economica-monetaria e per fare una radiografia puntuale delle sofferenze bancarie.

La Banca Centrale Europea raccoglierà a partire dal 2018 dati granulari e comparabili relativi al credito concesso dalle banche, con finalità statistiche e di vigilanza. In Italia la nuova segnalazione interessa oltre 70 istituti bancari.

Questo progetto ancora sconosciuto al grande pubblico, apporterà una rivoluzione nel sistema di reportistica delle banche che saranno chiamate ad effettuare contribuzioni di dati granulari e non di sintesi come l’attuale sistema.

Per le banche europee comporterà profonde trasformazioni dei processi operativi e dei sistemi informativi per la creazione di basi dati più complete. La maggiore granularità consisterà nel raccogliere informazioni di dettaglio sulle esposizioni in sofferenza, sulle eventuali garanzie reali o di altro tipo e sullo stato delle procedure di recupero.

Tale dettaglio consentirà una migliore gestione anche dei Non Performing Loans (NPL) poiché ogni banca dopo la trasmissione agli organi centrali, potranno ricevere feedback su come gestire al meglio questi crediti.

Già da tempo Banca d’Italia ha evidenziato agli intermediari come migliorare i processi di gestione delle partite anomale per limitare i flussi di ingresso verso tale categoria e accelerare lo smaltimento degli ingenti stock.

Il maggior ostacolo per lo sviluppo in Italia del mercato NPL è la difficoltà delle banche nel mettere a disposizione dei potenziali acquirenti un adeguato e affidabile set informativo di dati aggiornati a livello informatizzato, comportando così tempi lunghi per la definizione delle trattative e quindi molte volte giungere a sconti sul prezzo di vendita di tali crediti.

L’impatto di Anacredit non sarà soltanto sul mondo bancario ma, soprattutto rappresenta un’incognita per le imprese che necessitano di finanziamenti e, in un secondo step anche per i singoli consumatori che accedono ai mutui.

Le nuove esigenze e direttive avranno una ricaduta interessante anche per gli info-provider e agenzie di informazioni commerciali?

Nel processo gli info provider di sicuro verranno chiamati a fornire sempre più dati di qualità, strutturati e gestiti con strumenti informatici evoluti.

Se fornisci servizi informativi a banche anche di medie e piccole dimensioni devi valutare soluzioni applicative che ti consentano di acquisire dati dalle fonti pubbliche, normalizzarle, aggregarle e fornirle agli istituti in modalità strutturata!

Anacredit_tappe

Plus24 – Il Sole 24 Ore