Codice Deontologia e Regolamento Privacy: armonizzazione o contrasti?

Codice di Deontologia e Regolamento Europeo Privacy prevedono una vera e propria armonizzazione del tema o vi sono contrasti applicativi?

Il Codice di Deontologia e di Buona Condotta per il trattamento dei dati personali effettuato a fini di informazione commerciale entrerà un vigore il 1 ottobre 2016 e il nuovo Regolamento Europeo Privacy sarà esecutivo tra due anni: 2018.

Il dott. Daniele De Paoli, Dirigente Garante Privacy, in occasione del convegno “Credito: tutti per uno, tutela per tutti” ha definito il Codice di Deontologia un testo di compromesso che cerca di porsi come punto mediano tra esigenze di maggiore informazioni e tutela dei soggetti (diritto all’oblio) incappati in eventi negativi garantendo un lasso di tempo per il superamento di questa difficoltà.

Come già analizzato in un nostro precedente articolo sulle informazioni commerciali e il codice deontologico, il testo ha legittimato l’utilizzo e il reperimento di dati da tutte le fonti pubblicamente e accessibili da tutti, dalle fonti giornalistiche al web, però attenzione anche ai limiti.

Il punto cruciale del testo sicuramente è la qualità delle informazioni, dove il mancato aggiornamento o errori possono avere effetto deleterio sul soggetto che possono portarlo fino all’espulsione del mercato. Se da un lato la norma tiene conto dell’evoluzione del settore prevedendo l’uso della rete internet per reperire informazioni utili alla valutazione economica-commerciale di un soggetto, dall’altra viene richiesta prudenza e buon senso nell’utilizzo di queste fonti dati.

In particolare l’attenzione deve essere posta per i dati giudiziari e le informazioni relative ai procedimenti giudiziari in corso che coinvolgono soggetti, poiché spesso questi eventi sono soggetti a mutamento ed ad evoluzioni nel tempo.
Tutto questo richiede maggiore professionalità dell’informatore commerciale, capacità di analisi e valutazione nell’esprimere stime e giudizi di un certo livello.

Altra notizia che vogliamo condividere con voi è che il Garante della Privacy annuncia la lotta contro i profili Fake, dove, accogliendo il ricorso di un cittadino ha chiesto a Facebook di fornire all’utente in forma intellegibile tutti i dati che lo riguardano in relazione ai profili «aperti a suo nome» e quindi anche ad eventuali falsi, i cosiddetti fake.

Attenzione a navigare e prendere informazioni in Internet,
potresti incappare in un profilo fake 😉

Infine, dott. De Paoli ha concluso il suo intervento con un annuncio che riportiamo fedelmente e che necessita di approfondimenti: in estate sarà disponibile un portale dell’associazione di settore che permetterà a chiunque (semplice cittadino) di conoscere e localizzare tutti i soggetti che trattano dati personali di lui, ciò permetterà di non dover fare istanze singole ed esercitare diritto di accesso e correzione dei dati.

E tutto questo come si coniuga con l’altra grande novità?

Il nuovo Regolamento Europeo Privacy, votato il 14 aprile scorso, sarà applicabile da giugno 2018, porterà ad una rivoluzione dell’attuale quadro normativo sulla Privacy, andrà ad abrogare integralmente la Direttiva 95/46/CE e prevede più tutele per i cittadini ma anche multe severe a chi sgarra (fino al 4% del fatturato).

[Curiosità] Pensiamo al caso Google, la sanzione di un milione di euro emessa nel nostro paese per violazione privacy, ora sarebbe di ben 2,9 miliardi di dollari.

Sono comunque troppe le differenze tra le discipline dei 28 paesi europei e quindi ci si scontrerà con esigenze pratiche!

Inoltre in Italia il testo rischia di farci fare un arretramento proprio rispetto al Codice di Deontologia e Condotta analizzato sopra.

Con il nuovo Regolamento europeo nasce l’approccio basato sul rischio, il regolamento infatti mira a spingere gli operatori economici ad un approccio proattivo affinché con un’analisi preventiva sulla valutazione d’impatto sul trattamento dati (persone, processi) si evidenzino i rischi e quindi si apprestino gli strumenti giusti.

Ed ecco la figura DTO (Data Protection Officer ) per il momento obbligatorio solo per la Pubblica Amministrazione ma non viene escluso definitivamente il settore privato..attendiamo nuove indicazioni direttamente dall’ufficio del Garante.
DPO_Figura_PrivacyScheda informativa sulla figura del Responsabile della protezione dei dati personali (Data Protection Officer) – www.garanteprivacy.it

L’ufficio del Garante comunque è a disposizione per consigli ed indicazioni, inoltre De Paoli ha dichiarato che il Garante metterà a disposizione vari modelli (schemi, matrici, etc…) che possono essere usati essere usati direttamente dalle aziende perchè la materia non deve diventare un semplice obbligo amministrativo che porta a pagare anche qualche consulente…ma per questo ci diamo appuntamento tra un anno!

Stay tuned!

 

 

Supply Chain Finance, nuovi report informativi di filiera

La Supply Chain Finance è un tema di attualità e rappresenta una nuova opportunità di collaborazione nella filiera del credito  per superare le principali difficoltà che le aziende vivono ormai da anni, dall’erogazione del credito ormai ridotto, all’allungamento dei tempi di pagamento e quindi alla necessità di capitale circolante.

supply chain finance

Supply Chain Finance – tempi pagamento

Per Supply Chain Finance si intende l’insieme di soluzioni che consentono a un’impresa di finanziare il capitale circolante facendo leva, oltre che sulle caratteristiche economiche, finanziarie o di business, sul ruolo all’interno della filiera e sulla collaborazione tra i partner di filiera.

Uno degli obiettivi della Supply Chain è quello di semplificare l’accesso al credito e quindi far accedere anche i soggetti più deboli della filiera a migliori condizioni ottenendo così una maggiore liquidità a un costo più contenuto.

Ed ecco che si rende essenziale una valutazione della situazione finanziaria dell’intera filiera, occorre profilare tutte le aziende evidenziando i punti di forza e di debolezza che vi sono nella Supply Chain.

L’analisi dell’Osservatorio Supply Chain Finance condotta su un campione di circa 70 imprese italiane, che ha valutato il rating tradizionale medio 2009/2015 rispetto alle performance operative medie del medesimo periodo.

Le informazioni di valutazione operativa dei fornitori come prestazioni di qualità, puntualità, tempestività, livello di servizio, affidabilità, conformità e flessibilità …non sono condivise con il mondo finanziario.
Eppure affiancando al rating tradizionale un rating operativo si potrebbe stimare più accuratamente la probabilità di default delle imprese.

Quindi il rating operativo  porterebbe importanti benefici per i fornitori, specie se di piccole dimensioni, che si vedrebbero assegnare un rischio di credito più allineato alla propria operatività.

Supply Chain Finance - rating Operativo

Supply Chain Finance – rating Operativo

La banca e gli altri operatori finanziari devono valutare le imprese nel complesso e nella realtà di filiera, affidandosi a aziende di informazioni commerciali innovative che forniscono servizi informativi dettagliati e completi di dati sulla qualità delle relazioni di filiera e non limitarsi ad una analisi di una sola dimensione!

E voi state già studiando REPORT INFORMATIVI in ottica di FILIERA?

Ricordatevi che per realizzarli avete a disposizione una Piattaforma di Redazione innovativa!

Recupero crediti, informazioni commerciali, investigazioni – SAVE THE DATE!

Per chi si occupa di gestione e recupero crediti, informazioni commerciali, investigazioni, credit management, ecco i prossimi eventi che ci vedono protagonisti nel mese di Aprile a Roma:

13 aprile – StopSecret Awards
dove i migliori protagonisti del 2015 verranno premiati per eccellenza, esperienza e deontologia
  • Le informazioni per la gestione del credito: quali informazioni acquisire per valutare i clienti e recuperare i crediti? Accesso alle banche dati della PA per gli Investigatori Privati
  • Recuperare i crediti dentro o fuori dalle aule digiustizia? Le sinergie tra avvocati, società di acquisto crediti, agenzie di recupero e investigatori privati
 Noi di AIM Credit Solutions Vi aspettiamo per incontrarci di persona e confrontarci!

StopCredito-tutti-per-uno-tutela

Garante della Privacy: il nuovo piano ispettivo

Il Garante della Privacy con Delibera del 10 Marzo scorso ha reso pubblico il nuovo piano ispettivo e l’attività del primo semestre 2016 che sarà svolta dal personale dell’Ufficio del Garante e dalla Guardia di Finanza rivolta ai luoghi dove si effettuano i trattamenti di dati o rilevazioni di questi anche se non emersi da segnalazioni, reclami o ricorsi dei cittadini.

Le verifiche del Garante da gennaio a settembre 2016 avranno il principale obiettivo di controllare e monitorare la sicurezza delle banche dati e nella delibera vengono specificati i nuovi ambiti di intervento delle verifiche ispettive che si incentreranno sui:

  • soggetti che svolgono il trattamento dei dati del dossier sanitario
  • agenzie di investigazione privata e recupero crediti
  • CAF Centri Assistenza Fiscale
  • multinazionali che trasferiscono dati negli Usa
  • soggetti addetti alla “tracciabilità delle operazioni bancarie

I controlli e le verifiche verranno effettuate verso soggetti pubblici e privati che effettuano trattamenti di dati sensibili con particolare riferimento al rispetto dell’obbligo di informativa e alla durata della conservazione dei dati.

Il bilancio dell’attività ispettiva del 2015 segna 3 milioni e 500mila euro di sanzioni riscosse. L’attività ispettiva nel 2015 nel settore privato si sono concentrate su software house che forniscono servizi di supporto all’attività della polizia giudiziaria e alla magistratura; alla geolocalizzazione dei dipendenti; al marketing telefonico svolto dai call center, anche operanti all’estero; agli istituti bancari; alla conservazione dei dati tlc e Internet; al trasferimento di dati verso Paesi extra Ue; alle strutture alberghiere e ai centri fitness; alle centrali rischi.

A breve, sicuramente verranno organizzati incontri per approfondire le tematiche.

Stay tuned!

Il coraggio di cambiare con il noleggio software

Il coraggio di cambiare con il noleggio software è per rispondere ad alcuni dei grandi dilemmi delle aziende che operano nella Business Information:

è meglio sviluppare internamente una piattaforma web o utilizzare soluzioni di terzi?

vale la pena rischiare di investire fantastialiardi di euro per partire da zero su soluzioni calibrate sugli attuali volumi o prevedere crescite importanti?

Acquistare ed installare un nuovo sistema informatico comporta spesso corposi investimenti che per una PMI, magari in fase di start-up, possono anche rappresentare una barriera alla possibilità di fruire di soluzioni più sofisticate ed efficienti.

Inoltre nell’epoca dell’economia digitale si arriva rapidamente alla maturità e obsolescenza delle soluzioni e i clienti richiedono tempi velocissimi di risposta alle loro esigenze, se lo vogliamo dire all’inglese avere time to market immediati.

Se stai pensando di progettare la tua nuova piattaforma web per la Business Information o rinnovare quella in uso, ricordati che non è un mestiere facile ed occorre fare molta attenzione a questi rischiosi e subdoli errori:

ERRORE #1 – non reinventare la ruota: non pensare di avere un’operatività e dei processi particolari, nella maggior parte dei casi sono simili alle altre aziende di informazioni/investigazioni → valuta soluzioni già in uso e personalizzabili;

ERRORE #2 – non costruire una cattedrale nel deserto: scegli accuratamente i componenti della tua architettura evitando investimenti prima di aver calcolato bene i ricavi derivanti (sia in termini di efficienza o fatturato);

ERRORE #3 – non fare la piattaforma web dei poveri, pensa in prospettiva;

ERRORE #4 – non avere certezze: sonda sempre il mercato ci sono sempre strumenti e nuove opportunità.

Con il noleggio l’imprenditore ha la possibilità di trasformare il proprio business, innovare a costi assolutamente sostenibili, con possibilità di espansione e margini di rendimento di tutto rispetto.

Con il noleggio puoi intraprendere una politica “dei piccoli passi” che non significa certo limitazione di un sogno ma intraprendere un percorso semplice, meno rischioso con la possibilità comunque di un’espansione ambiziosa.

I principali vantaggi si possono sintetizzare in:

  • Costi certi e programmati, in linea con il reale utilizzo del prodotto
  • Possibilità di avere un prodotto sempre aggiornato
  • Il canone è commisurato all’utilizzo effettivo del prodotto e dei relativi servizi integrati
  • Maggiore sicurezza nella gestione dei dati svolta in modo professionale

Se lavori già nelle informazioni commerciali, servizi immobiliari, nelle investigazioni, nel recupero crediti e desideri:

intraprendere l’attività di imprenditore, iniziare velocemente senza investimenti proibitivi

diversificare con altri servizi informativi da offrire ai tuoi clienti

ampliare la propria attività per acquisire nuovi target

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I tipi di Servicer del mercato NPL

I tipi di Servicer del mercato NPL sono numerosi.

È sufficiente leggere le notizie che appaiono sui quotidiani specializzati in merito al complesso mondo del recupero e della gestione dei crediti deteriorati per trovare ricorrente la parola Servicer.

Proviamo a fare un pò di chiarezza e a conoscere vecchi e nuovi attori del mercato NPL.

Master servicer o servicer nominale, grandi aziende che hanno il compito di monitorare l’attività dei soggetti che intervengono nella gestione degli NPL
In particolare queste sono le società veicolo (SPV) che intervengono nelle operazioni di cartolarizzazione, questi sono intermediari finanziari soggetti a controlli di Banca d’Italia e non dispongono di una propria struttura organizzativa per la gestione del credito e quindi ricorrono ai servizi di outsourcer specializzati: i Servicer.

Servicer, in generale è colui che fornisce in outosourcing i servizi di gestione e recupero del credito, dalla gestione dei flussi di pagamento, alle possibili sofferenze fino al recupero di eventuali insoluti

In questo mercato oggi parliamo anche di Sub-Servicer, società regolate dall’articolo 115 del Tulps, vigilate dal Ministero degli Interni autorizzate a svolgere l’attività di recupero crediti, figure cruciali nell’attività di conoscenza e lavorazione del credito con la loro capacità di reperire informazioni. (vedi Il Sole 24 Ore)

Concorderete con noi che il mercato NPL è il vero nuovo mercato del recupero e quindi occorre porre attenzione come l’intero sistema si basa sulla “qualità” del lavoro dei sub servicer.

gestione crediti deteriorati

La gestione dei crediti deteriorati presso le Banche – indagine Banca d’Italia

Ad oggi i principali player NPL (Master Servicer, Banche, Finanziarie, etc…) hanno assegnato il rating da Agenzie di rating  come Standard & Poor’S quindi ci chiediamo fra quanto tempo si inizierà a parlare di “Rating” anche dei Servicer e che cosa verrà valutato?

Le aziende di Recupero Crediti saranno sempre più misurate non solo sulle performance di recupero ma anche sui processi di lavorazione e il loro grado di innovazione, elementi che incidono nel fattore tempo, chiave di successo nella gestione crediti NPL.

Come la factory del recupero crediti può lavorare con la PA?

Oggi le aziende di recupero crediti hanno una grande opportunità da cogliere perchè la Pubblica Amministrazione deve porre sempre maggior attenzione agli incassi.

Come la factory del recupero crediti può lavorare con la PA?

Prima di rispondere a questo quesito occorre sapere che a partire dal 2016 i problemi di cassa dei Comuni si aggraveranno sempre più, poiché dal 1 gennaio è entrata in vigore, per tutti i comuni italiani, la “nuova contabilità” che impedisce di spendere soldi non incassati. Con questa riforma il Comune deve costituire un Fondo per i crediti di dubbia esigibilità  e accantonare quindi le somme a copertura delle somme che non si prevedono di incassare. L’impegno di accantonamento nei prossimi 4 anni è progressivo, va dal 36% fino all’85% del valore dei crediti di dubbia esigibilità.

Ed ecco che le aziende di recupero entrano in gioco per migliorare i tempi di incasso e le percentuali…il ruolo chiave che le aziende possono avere è quello di essere consulenti del credito, offrendo un servizio qualificato di customer care per la PA, facilitando il dialogo verso il cittadino.

Questo è quanto emerso durante il convegno di StopSecret, dove è stato sottolineato come le società di recupero credito, avendo competenze di negoziazione e soprattutto tecnologichepossono affiancare la PA nello svolgere in modo efficace questa delicata attività dove l’attuale sistema di riscossione direi ha fallito!

È stato sottolineato come attraverso il vecchio sistema del ruolo volontario e coattivo, non sono stati raggiunti risultati soddisfacenti sia in termini di tempi di recupero sia nelle percentuali di incasso, in particolare nel coattivo valori del recuperato sono irrisori.

Molto interessanti si sono rivelate le esperienze pratiche di due comuni: Bologna e Torre Annunziata, ascoltate direttamente dalla voce dei rispettivi Dirigenti che ormai da anni affidano la riscossione delle entrate dei tributi alle agenzie di recupero crediti attraverso gare di appalto.

Questi comuni con le nuove collaborazioni hanno raggiunto dei risultati di tutto rispetto ed hanno portato, oltre a numeri importanti di recupero dell’evasione, dei vantaggi all’amministrazione certo da non sottovalutare:

  • relazione negoziale con cittadino
  • giustizia civile
  • accelerazione degli incassi nell’economia dei comuni

È fondamentale inserire l’attività di recupero stragiudiziale dopo la fase di accertamento, questa attività prodromica e un azione preventiva permetterebbe di gestire in modo efficiente i crediti della PA, si calcoli che circa il 90% hanno importi sotto a 1000 euro.

Processo di Recupero Crediti dei Tributi

Fonte: Matteo Frigerio (KPMG Advisory )

Le aziende devono offrirsi come “consulenti del credito” mettendo in evidenza le loro capacità di:
– gestione di banche dati e bonifica, fondamentale per l’identità del dato
– negoziazione, per un rapporto con il cittadino improntato sul dialogo

Questo nuovo rapporto tra pubblico e privato consente alla PA di superare le difficoltà ataviche dei Comuni che si sintetizzano in:
– impossibilità ad assumere personale,
– disponibilità di molti strumenti (come anagrafe dei conti correnti) ma che non possono usare in modo massivo

L’associazione Unirec, con il suo portavoce Dott. Pasini ha illustrato come stanno lavorando su questo tema, non certo di semplice soluzione ma che ha già visto nel 2015 due emendamenti e a breve un disegno di Legge che consenta alla Pubblica Amministrazione l’accelerazione dei tempi e delle somme nella fase di riscossione.

Auspica anche un acculturamento da parte del mondo recupero verso i dipendenti comunali per poter parlare lo stesso linguaggio e soprattutto valorizzare le competenze di negoziazione e tecnologiche che caratterizzano l’attività di recupero stragiudiziale.

Le aziende di recupero possono aiutare l’ente a definire i processi e modalità diverse per chi “non può pagare e “chi non vuole pagare”!

Processi informativi personalizzati - WorkArea Provider

Processi informativi personalizzati – WorkArea Provider

AIM Credit Solutions all’evento “Pubblica Amministrazione: Debiti & Crediti”

Il 18 febbraio 2016 noi di AIM Credit Solutions siamo protagonisti in qualità di sponsor all’evento di StopSecret Magazine sul tema “Pubblica Amministrazione: Debiti & Crediti” dove si parlerà di PA dalla gestione dei debiti da pagare al recupero dei crediti da incassare, scopriremo insieme quali aziende-partner gli enti cercano per migliorare le performance.

Le aziende di recupero crediti, anche se non iscritte all’Albo, possono proporsi agli Enti Pubblici come outsourcer specializzati per rendere più efficace l’attività di recupero stragiudiziale dei tributi.
Solo le aziende di recupero titolari di licenza ex art.115 del TULPS possono offrire la loro attività di consulenza ed esecutiva per il recupero crediti stragiudiziale garantendo una maggiore efficacia, efficienza e flessibilità di gestione.

Alle società di recupero crediti oggi, sempre più, viene chiesto di offrire modelli e soluzioni innovative di gestione del credito che possano garantire:

  •  una gestione industrializzata in outsourcing
  • strategie miste, flessibili e diversificate in funzione delle caratteristiche del credito
  • un outsourcing modulare

Di questo e molto altro ne parliamo insieme: grazie alla nostra soluzione software WorkArea Provider  le società di informazioni commerciali, di recupero crediti o servicer che svolgono attività di credit collection per conto terzi possono offrire un modello di gestione più evoluto con una ingegnerizzazione elevata e una capacità di lavorazione massiva del portafoglio nel rispetto degli standard qualitativi imposti dal settore.

Programma

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Information Process: la gestione dei processi di indagine

L’iter di lavorazione delle pratiche è un processo di indagine informativa complesso che va messo a punto costantemente per non incorrere in anomalie e garantendo al cliente le dovute personalizzazioni.
Per le società di informazioni e recupero un fattore di successo è la loro capacità di differenziare questi processi informativi rispetto ai concorrenti, cercando sempre nuove strategie di indagine e di valutazione.

Le società di informazioni che desiderano offrire servizi ed essere competitive hanno due aspetti critici su cui focalizzare la loro attenzione:

  • Conoscere le esigenze dei clienti e avere la capacità di organizzare e fornire in modo tempestivo le risposte
  • Adattare i processi operativi in base alle nuove esigenze di indagine ottimizzando tempi e risorse.

Per affrontare e risolvere queste due criticità, le imprese devono porre l’attenzione non solo sulle competenze ma soprattutto sui software e soluzioni di supporto all’attività operativa.

È la gestione dei processi informativi che può fare la differenza!

Per processo si intende un insieme di attività realizzate in automatico oppure con intervento manuale.

Il vantaggio competitivo di una azienda dipende dalla sua capacità di “modellare” questi processi al fine di rendere sempre più efficienti le proprie indagini.

L’ambiente di process designer della Workarea Provider permette di configurare i processi informativi e i relativi steps che possono essere eseguiti automaticamente oppure richiedere l’intervento dell’operatore.
Tutto questo monitorato e controllato per consentire di intervenire tempestivamente e risolvere eventuali criticità che potrebbero inficiare il risultato.

L’operazione di definizione di un processo di “indagine informativa” viene svolta e creata in modo semplice da un utente anche non tecnico che “modella” i file di ingresso forniti dal cliente attraverso un sistema di Dizionario e “configura” il percorso di indagine da fare.

Grazie alla nuova funzionalità Extended della Workarea Provider le varie indagini facenti parte del processo di lavorazione delle pratiche si differenziano in base all’esito dell’indagine precedente.

I principali vantaggi nell’adottare la soluzione di Information Process come Workarea Provider sono:
– Aumento di produttività e dell’efficienza
– Monitoraggio continuo e miglior controllo
– Flessibilità e semplificazione nel disegno del processo
– Ingegnerizzazione elevata e maggiore capacità di lavorazione
– indipendenza da qualsiasi database e sistemi operativi

Nuove opportunità per le informazioni commerciali

Avete letto l’ultima trovata di Amazon?
Il colosso americano dell’ecommerce ha introdotto “il pagamento a rate“, un servizio che avvicina ancora di più il marketplace ai negozi che abbiamo vicino casa.

La notizia riporta della partenza in test di questo nuovo servizio, che si chiama “Pay Monthly“, nel Regno Unito e consentirà di pagare da 24 a 48 rate per importi di spesa superiori a 400 sterline (circa 550 euro).

Questa notizia ci incuriosisce molto e abbiamo pensato di condividerla con voi che conoscete molto bene le esigenze di reperimento informazioni per verifica di accesso al credito previsto nei pagamenti rateali e tutto questo fatto online naturalmente.
Il tasso di interesse pubblicizzato da Amazon è del 16,9% che sicuramente non è concorrenziale ma loro puntano sul fattore prezzo che, come sapete, è molto competitivo.

Apparentemente nulla di nuovo per noi del settore ma questa modalità di pagamento introdotta anche da aziende digitali è innovativo e riapre un interesse e soprattutto un’attenzione sulla verifica della solvibilità. Anche perchè fonti vicine all’azienda parlano di un’espansione anche in altri mercati europei.

In ogni paese, come sappiamo bene esistono fonti informative diverse e qui ci siamo tutti noi che del settore informazioni facciamo il core business della nostra attività.
Siamo chiamati sempre più ad offrire servizi e soluzioni che si possono integrare con i sistemi informativi di nuovi potenziali clienti, chissà anche i portali ecommerce!

Che cosa ne pensate?