Gestione degli NPL guardando verso oriente

Il governo italiano sta studiando un modello di bad bank per la gestione degli NPL guardando verso oriente, ispirandosi all’esperienza coreana e a quella giapponese.

Chissà se in queste valutazioni abbia inciso anche il successo all’Expo dei due padiglioni, Giappone e Corea…. chi non ricorda le chilometriche file di attesa!

A parte gli scherzi, vediamo insieme alcune peculiarità di questo modello …udite…udite..nato alla fine degli anni ’90!

Il governo acquisisce i crediti delle banche in difficoltà attraverso una società di gestione patrimoniale e la loro gestione, avviene con la collaborazione di strutture statali e private in base alla tipologia di NPL. Queste strutture stringono collaborazioni e partnership per la valorizzazione dei crediti.

In Italia, c’è molto da fare…basti ricordare i risultati dei questionari che Cerved, in collaborazione con ABI, ha sottoposto a un gruppo ristretto di banche e operatori del mercato Npl dai quali è emerso che, in base alle aspettative, le norme potrebbero portare a una riduzione del 28% dei tempi dei fallimenti e del 20% di quelli delle aste immobiliari, con un conseguente calo dei tempi medi di estinzione delle sofferenze da 7,3 a 6 anni. Con queste tempistiche, lo stock di sofferenze dovrebbe raggiungere un picco nel 2018, per poi diminuire fino a raggiungere 197 miliardi alla fine del 2020.
In questo disegno, l’ipotesi di una bad bank che contribuisca ad accrescere la liquidità e fornisca forme di garanzia potrebbe contribuire in modo determinante alla crescita del mercato NPL.

Ed è proprio sulla valorizzazione degli NPL che, tutti noi protagonisti della Business Information, dobbiamo investire creando nuove soluzioni e offrire servizi e informazioni di qualità per essere validi partner.

L’approccio mirato alla valorizzazione degli NPL parte dall’analisi di portafoglio per definire strategie differenziate su diversi cluster. È fondamentale un’accurata preparazione alla cessione colmando il gap tra la base informativa esistente sui portafogli oggetto di cessione e quella attesa da parte degli investitori.

Dobbiamo essere capaci quindi, di ridurre l’asimmetria informativa al fine di diminuire la percezione al rischio e aumentare il numero di potenziali acquirenti e il prezzo offerto.

Buon lavoro.