La Blockchain cambierà il Catasto?

La notizia che forse la Blockchain cambierà il Catasto ci ha incuriosito e vogliamo condividere: quando si parla di immobili e di tecnologia, noi di AIM siamo sempre molto attenti!

Il Catasto svedese testerà per la prima volta la blockchain nella vendita di immobili.
L’autorità competente prevede di condurre la prima transazione, mediante il sistema blockchain, nei prossimi mesi.

Pensate che sia una fake news?
Non è così, in Svezia dichiarano di essere già pronti con la struttura di gestione delle operazioni immobiliari e stanno cercando i primi volontari che desiderano vendere e acquistare casa (Fonte: L’articolo di Shefali Anand per il Wall Street Journal).

Oltre a non essere una bufala, non dobbiamo considerarli neppure dei marziani perché hanno ben chiaro quali vantaggi avranno da questa innovazione: hanno dichiarato che la registrazione e il trasferimento dei titoli sarà più veloce, si passerà da un tempo medio di mesi a giorni…c’è chi dice anche ore. Una bella rivoluzione!

La banca dell’acquirente potrebbe emettere il prestito sulla base di questo contratto e concederlo più rapidamente…

Fonte: Rapporto ufficiale sul progetto Lantmäteriet.

La nuova tecnologia blockchain (catena a blocchi – è un registro aperto e distribuito che può registrare le transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente) ormai  in molti pensano che possa riscrivere il modo di gestire le transazioni sul web rendendole molto più sicure e anti-hacher.

Mentre nel resto del mondo stanno già lavorando concretamente con questa nuova tecnologia informatica in Italia siamo ancora fermi a fare delle ipotesi di utilizzo nella tenuta dei registri pubblici della PA, dai registri catastali ed immobiliari al registro imprese.

News dal mondo:
– Negli Stati Uniti è già dal 2016 che è partito un progetto per testare la creazione di estratti del catasto digitali mediante blockchain.
– In India, lo stato dell’Andhra Pradesh sta sviluppando una soluzione basata su blockchain per registrare le proprietà immobiliari.
– Nella Repubblica di Georgia, già dal 2017 l’Agenzia nazionale del registro pubblico archivia atti di compravendita di immobili e registrazioni di mutui su una struttura blockchain.

Nel nostro Paese c’è una proposta veramente interessante ed è quella di creare una blockchain parzialmente pubblica per incentivare a trascrivere anche le promesse di vendita e i compromessi che ad oggi non vengono quasi mai trascritti in conservatoria. Sulla piattaforma quindi far accedere gli agenti immobiliari, piattaforme immobiliari e i notai dove poter registrare i preliminari e il pubblico deve avere la possibilità di verificare lo stato di un certo immobile in tempo reale.

Noi crediamo che la a tecnologia delle blockchain non è destinata a scomparire ma ci offrirà nuove opportunità interessanti.

Stay tuned e seguici su -–> Real Estate Solutions di AIM

Quali comuni hanno più bisogno di società di recupero?

Rendere più efficiente le entrate per far fronte ai bisogni sociali della comunità che aumentano mentre le risorse diminuiscono: ecco uno dei principali obiettivi che i comuni italiani hanno.

Con l’armonizzazione contabile e quindi la costituzione del fondo crediti dubbi esigibilità, i bilanci dei comuni non brillano certo di efficienza!

Ma quanto sono affidabili questi crediti?

Tutti i crediti, o residui attivi, accertati ma non ancora riscossi, sono rappresentati per la maggio parte da tasse, imposte e multe che i cittadini devono pagare all’ente.

“ La loro corretta gestione è importante per la salute dell’ente”

Ed ecco che su Openbilanci si trova un indicatore apposito che serve proprio per calcolare l’affidabilità dei residui attivi, mettendo in relazione percentuale i residui attivi riscossi nel corso dell’anno rispetto a quelli che erano stati accertati ad inizio anno.

Maggiore è la percentuale e più alta è l’affidabilità.

Fonte: Openpolis

Ed ecco che le società di Recupero Crediti possono usare questa fonte per conoscere quali enti hanno maggior bisogno di loro 😉

Non dimentichiamoci che CONSIP, a fine anno, ha riaperto il bando “Servizi di accertamento e riscossione dei tributi”, per l’abilitazione dei fornitori nella categoria dei “servizi di supporto all’accertamento e alla riscossione in forma diretta per gli enti locali”. Scadenza: 15/07/2017

Il bando legittima pienamente l’attività di recupero crediti stragiudiziale svolta dalle imprese ex art. 115 del Testo unico della pubblica sicurezza (TULPS)

Sicuramente non dobbiamo perdere l’occasione visto che i Comuni, dopo le esperienze, non sempre positive, fatte con società iscritte all’Albo dei gestori dell’accertamento e della riscossione dei tributi locali, sono sempre di più gli enti che preferiscono soluzioni diverse e la strada preferita è quella della confluenza diretta delle somme nella tesoreria del comune.

Sempre più istituzioni quindi vogliono potenziare la fase pre-coattiva e investire in un nuovo rapporto con il contribuente. È qui che le società di recupero potranno veramente contribuire fattivamente!

Partecipando ad alcune giornate studio sul tema è emerso che, i comuni pur avendo a disposizione circa 40 banche dati, in base alla normativa italiana, solo il 20% dei comuni utilizza questi dati!

Il resto dei Comuni non le conosce e soprattutto non ha le competenze giuste per capire come accedervi ed elaborarle anche in modo massivo.

Molti si stanno organizzando in autonomia per incrociare i dati e mettere a frutto ma hanno bisogno di supporto viste le numerose scadenze che hanno.

Interessante l’esperienza del Comune di Livorno che sta lavorando a calcolare e quantificare la solvibilità attesa per la Tari.

Come si vede c’è molto da fare in questo ambito, se vuoi arricchire la tua proposta con soluzioni tecnologiche e competenze su banche dati economiche, contattaci.

L’accesso agli atti pubblici è gratis

L’accesso agli atti pubblici è gratis, con l’approvazione di FOIA Freedom of Information Act stiamo vivendo una rivoluzione. Finalmente l’Italia si è allineata agli altri paesi, europei e non solo, ad oggi sono ben 80 dove non si parla più solo di “trasparenza amministrativa” ma di libertà di informazione!

In pratica il cittadino può accedere liberamente e gratuitamente agli atti amministrativi senza dover specificare la motivazione e la richiesta potrà essere respinta solo se viola il segreto di stato, la sicurezza nazionale o privacy dei dati personali etc…

Prima di FOIA la normativa riconosceva il diritto di accesso solo a coloro che “potessero vantare un interesse personale, diretto, concreto e giuridicamente rilevante alla conoscenza di un determinato atto”. Una normativa restrittiva, applicata dalle nostre amministrazioni in modo ancor più riduttivo: oltre il 70% delle richieste hanno avuto esito negativo.

Un Paese per essere davvero trasparente ha bisogno di due tipi di trasparenza amministrativa.

Da un lato la “trasparenza proattiva”, ovvero il diritto di trovare sui siti web delle amministrazioni dati e informazioni sul perseguimento delle finalità istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

Dall’altro la “trasparenza reattiva”, ovvero il diritto di poter richiedere tutti i dati e documenti che non sono oggetto di pubblicazione obbligatoria sui siti delle amministrazioni.

Cit. Avvocato Ernesto Bellisario, esperto innovazione e promotore dell’iniziativa www.foia4italy.it

Poter accedere, quindi, agli atti della PA non è interessante solo per un controllo ma si rivelerà di sicuro interesse per le imprese che potranno trarne vantaggi e creare valore, ad esempio realizzare un’applicazione utilizzando i dati relativi alle ispezioni sanitarie nei ristoranti e quindi far conoscere eventuali violazioni delle norme igenico-sanitarie.
Questo è uno degli esempi, ma libero spazio all’imprenditorialità italiana e alla creatività!

Occorre ora passare alla pratica, il decreto è entrato in vigore il 23 giugno u.s. ma il nuovo diritto di accesso potrà essere esercitato a a partire dal 23 Dicembre 2016, tempo necessario per l’approvazione delle linee guida operative e tempo occorrente alla Pubblica Amministrazione per adeguarsi.

 

 

Come la factory del recupero crediti può lavorare con la PA?

Oggi le aziende di recupero crediti hanno una grande opportunità da cogliere perchè la Pubblica Amministrazione deve porre sempre maggior attenzione agli incassi.

Come la factory del recupero crediti può lavorare con la PA?

Prima di rispondere a questo quesito occorre sapere che a partire dal 2016 i problemi di cassa dei Comuni si aggraveranno sempre più, poiché dal 1 gennaio è entrata in vigore, per tutti i comuni italiani, la “nuova contabilità” che impedisce di spendere soldi non incassati. Con questa riforma il Comune deve costituire un Fondo per i crediti di dubbia esigibilità  e accantonare quindi le somme a copertura delle somme che non si prevedono di incassare. L’impegno di accantonamento nei prossimi 4 anni è progressivo, va dal 36% fino all’85% del valore dei crediti di dubbia esigibilità.

Ed ecco che le aziende di recupero entrano in gioco per migliorare i tempi di incasso e le percentuali…il ruolo chiave che le aziende possono avere è quello di essere consulenti del credito, offrendo un servizio qualificato di customer care per la PA, facilitando il dialogo verso il cittadino.

Questo è quanto emerso durante il convegno di StopSecret, dove è stato sottolineato come le società di recupero credito, avendo competenze di negoziazione e soprattutto tecnologichepossono affiancare la PA nello svolgere in modo efficace questa delicata attività dove l’attuale sistema di riscossione direi ha fallito!

È stato sottolineato come attraverso il vecchio sistema del ruolo volontario e coattivo, non sono stati raggiunti risultati soddisfacenti sia in termini di tempi di recupero sia nelle percentuali di incasso, in particolare nel coattivo valori del recuperato sono irrisori.

Molto interessanti si sono rivelate le esperienze pratiche di due comuni: Bologna e Torre Annunziata, ascoltate direttamente dalla voce dei rispettivi Dirigenti che ormai da anni affidano la riscossione delle entrate dei tributi alle agenzie di recupero crediti attraverso gare di appalto.

Questi comuni con le nuove collaborazioni hanno raggiunto dei risultati di tutto rispetto ed hanno portato, oltre a numeri importanti di recupero dell’evasione, dei vantaggi all’amministrazione certo da non sottovalutare:

  • relazione negoziale con cittadino
  • giustizia civile
  • accelerazione degli incassi nell’economia dei comuni

È fondamentale inserire l’attività di recupero stragiudiziale dopo la fase di accertamento, questa attività prodromica e un azione preventiva permetterebbe di gestire in modo efficiente i crediti della PA, si calcoli che circa il 90% hanno importi sotto a 1000 euro.

Processo di Recupero Crediti dei Tributi

Fonte: Matteo Frigerio (KPMG Advisory )

Le aziende devono offrirsi come “consulenti del credito” mettendo in evidenza le loro capacità di:
– gestione di banche dati e bonifica, fondamentale per l’identità del dato
– negoziazione, per un rapporto con il cittadino improntato sul dialogo

Questo nuovo rapporto tra pubblico e privato consente alla PA di superare le difficoltà ataviche dei Comuni che si sintetizzano in:
– impossibilità ad assumere personale,
– disponibilità di molti strumenti (come anagrafe dei conti correnti) ma che non possono usare in modo massivo

L’associazione Unirec, con il suo portavoce Dott. Pasini ha illustrato come stanno lavorando su questo tema, non certo di semplice soluzione ma che ha già visto nel 2015 due emendamenti e a breve un disegno di Legge che consenta alla Pubblica Amministrazione l’accelerazione dei tempi e delle somme nella fase di riscossione.

Auspica anche un acculturamento da parte del mondo recupero verso i dipendenti comunali per poter parlare lo stesso linguaggio e soprattutto valorizzare le competenze di negoziazione e tecnologiche che caratterizzano l’attività di recupero stragiudiziale.

Le aziende di recupero possono aiutare l’ente a definire i processi e modalità diverse per chi “non può pagare e “chi non vuole pagare”!

Processi informativi personalizzati - WorkArea Provider

Processi informativi personalizzati – WorkArea Provider

AIM Credit Solutions all’evento “Pubblica Amministrazione: Debiti & Crediti”

Il 18 febbraio 2016 noi di AIM Credit Solutions siamo protagonisti in qualità di sponsor all’evento di StopSecret Magazine sul tema “Pubblica Amministrazione: Debiti & Crediti” dove si parlerà di PA dalla gestione dei debiti da pagare al recupero dei crediti da incassare, scopriremo insieme quali aziende-partner gli enti cercano per migliorare le performance.

Le aziende di recupero crediti, anche se non iscritte all’Albo, possono proporsi agli Enti Pubblici come outsourcer specializzati per rendere più efficace l’attività di recupero stragiudiziale dei tributi.
Solo le aziende di recupero titolari di licenza ex art.115 del TULPS possono offrire la loro attività di consulenza ed esecutiva per il recupero crediti stragiudiziale garantendo una maggiore efficacia, efficienza e flessibilità di gestione.

Alle società di recupero crediti oggi, sempre più, viene chiesto di offrire modelli e soluzioni innovative di gestione del credito che possano garantire:

  •  una gestione industrializzata in outsourcing
  • strategie miste, flessibili e diversificate in funzione delle caratteristiche del credito
  • un outsourcing modulare

Di questo e molto altro ne parliamo insieme: grazie alla nostra soluzione software WorkArea Provider  le società di informazioni commerciali, di recupero crediti o servicer che svolgono attività di credit collection per conto terzi possono offrire un modello di gestione più evoluto con una ingegnerizzazione elevata e una capacità di lavorazione massiva del portafoglio nel rispetto degli standard qualitativi imposti dal settore.

Programma

debiti e crediti_T