Fintech minaccia o opportunità per il recupero crediti e gli info provider?

Attenzione a questo nuovo neologismo: Fintech che sta per Financial e Technology
Con questo nuovo termine si indicano le aziende, per la maggior parte start-up, che stanno rivoluzionando il rapporto delle persone con i servizi finanziati attraverso l’innovazione tecnologica.

L’agenzia di consulenza Mckynsey prevede che da qui al 2025 le banche rischiano di perdere nel retail dal 10% al 40% di fatturato a causa della concorrenza delle Fintech.

E’ difficile stimare esattamente il tempo che dovrà passare perché questi nuovi attori possano fare da padroni, ma possiamo solo prendere coscienza del fatto che, se non ci sarà collaborazione e innovazione, si andrà verso una rottamazione del sistema bancario.

Le nuove start-up puntano proprio su collaborazione, innovazione e agilità e
i principali servizi in crescita anche in Italia sono l’Invoice Trading (compravendita di fatture online), e Lending crowdfunding (prestiti peer-to-peer).
Con l’Invoice trading si offre la possibilità agli imprenditori di ricevere liquidità scontando le proprie fatture su circuiti alternativi a quelli tradizionali bancari e di cedere i crediti attraverso un meccanismo competitivo di asta. Sulle piattaforme di lending crowdfunding invece, i risparmiatori investono i loro risparmi su progetti di soggetti richiedenti, sia personali sia di natura imprenditoriale senza ricorrere ad intermediari tradizionali come le banche. Infine con i Mobile-paymentes  delle nuove Fintech, saremo in grado di effettuare pagamenti istantanei con il nostro smartphone trasferendo soldi in tempo reale attraverso un semplice messaggio WhatsApp, senza commissioni.

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Le Fintech quindi si sviluppano per rendere più efficienti e economici i sistemi finanziari attraverso un uso innovativo della tecnologia e si rivolgono ad un nuovo target i “sottobancherizzati” che le banche istituzionali lasciano fuori.

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E le banche stanno a guardare?

Le banche sono ingessate da requisiti patrimoniali stringenti e da sofferenze di difficile gestione e perdono clienti, soprattutto imprese che cercano forme alternative di credito per garantirsi la sopravvivenza. Le banche dovranno difendersi, dovranno cambiare pelle sia in termini di semplificazione sia digitalizzazione dei processi e prodotti offerti.

In Italia stanno nascendo già delle start up finanziarie innovative come Buddybank controllata al 100% da Unicredit con nuovi modelli di Business e approcci molti vicini a quelli tipici delle Fintech, che si focalizzerà esclusivamente sul canale smartphone per offrire tre prodotti finanziari classici come il conto corrente, la carta di credito e di debito e prestiti personali fino a 25.000 euro.

C’è chi prevede che tra qualche anno le filiali delle Banche faranno la fine delle cabine telefoniche.

Quindi se le banche devono cambiare, il cambiamento è d’obbligo anche per la filiera!

Le società di informazioni e recupero devono innovarsi, devono adottare nuove tecnologie per velocizzare i processi, strutturare nuovi workflow e soprattutto arricchire i propri prodotti garantendo così una migliore user experience al cliente.

C’è già chi prevede il tramonto dei grandi call center poiché i solleciti potranno essere fatti con messaggi WhatsApp, SMS ed email integrati a pagamenti veloci e sicuri con un semplice click.

Non affrontiamo questo cambiamento dicendo: “abbiamo fatto sempre così”, non esiste frase più deleteria per un imprenditore poichè la sopravvivenza non è garantita a nessuno!

Sarà interessante incontrarci e confrontarci all’evento CV DAY che si terrà il prossimo 16 novembre a Milano….ci vediamo lì!